è l’acronimo di imposta sul valore aggiunto, ovvero l’imposta che colpisce il valore aggiunto che si produce nel sistema economico per effetto degli scambi di beni e servizi. L’IVA è un’imposta introdotta dalla legislazione europea all’inizio degli anni 70. In Italia il riferimento normativo fondamentale è costituito dal D.P.R. 633/1972.
L’IVA si presenta, in particolare, come un’imposta avente i seguenti caratteri fondamentali:
- indiretta: perché, a differenza delle imposte dirette, non colpisce direttamente la capacità contributiva del contribuente, ma soltanto una sua manifestazione (il consumo);
- proporzionale: perché il suo ammontare dipende dal prodotto tra il prezzo del bene e l’aliquota relativa, a prescindere dal numero di passaggi che il bene subisce nel corso del processo produttivo-distributivo;
- neutra: perché colpisce il maggior valore che ciascuna fase del processo aggiunge al bene/servizio considerato, anche in questo caso prescindendo dall’effettivo numero di passaggi che la merce medesima subisce;
- generale: perché colpisce tutti i contribuenti, senza alcuna distinzione;
- sui consumi: poiché il suo meccanismo applicativo (imposta plurifase a valore aggiunto) finisce col gravare esclusivamente sul consumatore finale;
In Italia sono presenti quattro distinte aliquote IVA:
- 4% – aliquota minima – per l’IVA sui generi di prima necessità;
- 5% – aliquota ridotta – per l’IVA su prestazioni sociali, sanitarie ed educative delle cooperative sociali;
- 10% – aliquota ridotta – per l’IVA su servizi turistici, alimentari ed edili;
- 22% – aliquota ordinaria – per l’IVA da applicare in tutti i casi non rientranti nelle prime tre aliquote.