L’azione revocatoria è un procedimento giuridico che consente di annullare gli atti compiuti dal debitore sul proprio patrimonio a danno dei creditori. Costituisce uno strumento per preservare l’integrità del patrimonio del debitore ed assolvere, quindi, la sua funzione di garanzia per i creditori. Attraverso questa azione, il creditore richiede l’annullamento e la conseguente dichiarazione di inefficacia di transazioni patrimoniali eseguite dal debitore che diminuiscono la consistenza del patrimonio oppure rendono più difficoltosa la sua liquidazione. Per esercitare l’azione revocatoria ordinaria, i creditori devono dimostrare:
- che l’atto compiuto sia stato compiuto dal debitore in pregiudizio dei loro interessi;
- fosse consapevole del pregiudizio che l’atto arrecasse al creditore;
- che il terzo, se l’atto è stato oneroso fosse consapevole del pregiudizio.
Questi presupposti costituiscono la base per l’esercizio riuscito dell’azione revocatoria ordinaria, che possono esser provati per presunzioni.
La dichiarazione di inefficacia dell’atto dispositivo a seguito di esperimento positivo dell’azione revocatoria ordinaria comporta il ripristino dello stato patrimoniale precedente all’atto revocato. Ciò significa che i beni o i fondi oggetto dell’atto revocato ritornano al patrimonio del debitore, rendendoli nuovamente disponibili per il soddisfacimento dei creditori, che potranno agire esecutivamente nei confronti dei terzi, come prescrive l’art. 2902 c.c.