Come noto, la crisi costituisce uno stato patologico della vita d’impresa e si verifica in presenza di una situazione di squilibrio economico e finanziario non isolato, ma permanente nel tempo, con la conseguente difficoltà di “creare valore” e ripristinare la corretta funzionalità della gestione aziendale; ciò, sino a poter tracimare in un vero e proprio stato di insolvenza.
Il processo di risanamento, volto all’auspicata composizione della crisi, può essere in linea di principio inquadrato nelle seguenti macro-fasi:
- l’analisi delle cause della crisi d’impresa;
- l’analisi dei dati economici, finanziari e patrimoniali “storici” dell’impresa in crisi;
- l’analisi del mercato e del posizionamento competitivo dell’impresa in crisi;
- la valutazione degli strumenti giuridici offerti dall’ordinamento per il risanamento dell’impresa in crisi;
- la redazione del Business Plan e dei flussi di cassa prospettici connessi all’implementazione delle strategie di risanamento definite. Il buon esito dell’attività di risanamento dipende dalla capacità di effettuare previsioni economico-patrimoniali precise ed attendibili, capaci di concretizzare i numeri, gli obbiettivi e le strategie sottese al piano di risanamento, verificando che i flussi di liquidità previsionali scaturenti dal piano siano in grado e di soddisfare le attese dei creditori, e di garantire la continuità della componente valida dell’azienda. Proprio a questi delicati profili è eminentemente dedicato il presente contributo;
- la pianificazione dell’esecuzione e la fase di monitoraggio.